Curiosità: ecco qual è l’albero più pericoloso al mondo

Siamo cresciuti con la concezione che la passeggiare in mezzo al bosco, con tanti alberi e animali, sia qualche cosa di meraviglioso e assolutamente rilassante. Sicuramente questo è vero, o comunque lo è qui da noi. Tanto che noi consigliamo sempre ai nostri clienti di fare delle bellissime passeggiate negli splendidi scenari della Valtaro. Esistono però altri contesti al mondo, dove c’è un albero che potrebbe farci cambiare idea molto rapidamente.

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Nelle foreste tropicali africane ed asiatiche è presente un particolare albero chiamato Upas che viene considerato l’albero più velenoso al mondo.

Il suo nome scientifico non è per nulla rassicurante e forse apre già la strada all’accettazione della pericolosità di questo albero, Antiaris Toxicaria ma noi lo chiameremo amichevolmente con il nome più comune, Upas.

Storia e leggenda dell’Upas

La leggenda dei popoli nativi legata a questo albero narra che era sufficiente avvicinarsi alla pianta per morire immediatamente senza neppure toccare una minima parte dell’Upas. I mercanti, gli invasori e i viaggiatori che tornavano da queste terre diffondevano la leggenda anche nel loro paese. Tanto che tutti erano convinti della mostruosa pericolosità di questo albero velenoso.

La storia era così famosa  e soprattutto credibile che autori del peso di Dickens o Thomas Mann la citarono nei loro scritti, accrescendo così la fama negativa di questa pianta davvero temibile.

Ma perché l’Upas ha questa terribile nomea e soprattutto è davvero così o la narrazione tramandata nei secoli ha amplificato o esagerato la verità?

 

Una pericolosità usata anche nelle battaglie

Sappiamo bene che spesso ogni leggenda nasce da una storia vera anche se poi, magari, viene abbellita da particolari che nel tempo allontanano la storia dalla verità più pura. Infatti questo albero ha una sua pericolosità che però ovviamente non può uccidere chi semplicemente lo guarda.

Le popolazioni locali hanno usato le parti di questo albero per molti secoli ed in particolare il lattice che l’Upas secerne incidendo la corteccia. Il lattice è particolarmente ricco di antiarina, una sostanza molto tossica che ha la capacità di portare il cuore ad arrestarsi e quindi a far morire molto repentinamente un essere vivente.

Questa caratteristica ha reso l’Upas un eccellente alleato per le battaglie che nei secoli si sono viste in queste zone africane ed asiatiche, perché era sufficiente ricoprire le punte delle frecce con il lattice per renderle delle armi letali. Attraverso la lavorazione di questo lattice, dove viene scaldato ad una certa temperatura, si viene a creare un impasto colloso adatto ad aggrapparsi bene alla punta della freccia.

Oggi il lattice di Upas viene usato prettamente per la caccia ma in passato è stato usato come strumento di difesa soprattutto nei confronti dei popoli stranieri che volevano colonizzare i territori. La leggenda che è arrivata fino a noi, sebbene oggi sappiamo che non è propriamente veritiera, ebbe un ruolo importante nei secoli scorsi per le popolazioni locali perché permise, tramite la paura che la storia si portava dietro, di non far avvicinare troppo gli invasori a questa importante arma letale.

Nonostante questa brutta nomea che la pianta si porta dietro, oggi l’Upas è usato in molti ambiti perché i frutti sono commestibili e la corteccia viene usata per creare tessuti per l’abbigliamento e la polpa dell’albero è usata per la produzione di vernici.

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